Racconto “Un sogno felice”

Racconto “Un sogno felice”

Nota

Il racconto “Un sogno felice” è stato scritto per il mese di febbraio per la sfida #narratoridistorie. Questo mese la consegna era un insieme di dettagli che in un primo momento mi hanno mandata in crisi. Il tutto comprendeva il colore verde, la pazienza, “Un prato con dei fiori e alberi come in una favola” e con un happy ending. Visto che ultimamente i miei scritto non sono proprio happy, ovviamente quello era il punto più problematico di tutto. Quello che ho scritto è un po’ strano, un racconto breve che descrive un ambiente particolare.

Il finale felice? Sì diciamo che si intravvede. Non potevo fare un vissero felici e contenti, ma ho dato l’input per un possibile futuro pieno di speranza.

Racconto “Un sogno felice”

copertina racconto
Foto di jplenio da Pixabay

Pace. In quel momento sentiva proprio un profondo senso di pace, dentro e attorno a sé. Non sapeva spiegarsi la ragione, ma era quello che provava. Il tutto sembrava un film, una di quelle immagini da libro delle fiabe talmente perfetta da risultare irreale, anche se i sensi invece le dicevano fosse la realtà. Era una contraddizione, non riusciva bene a conciliare ciò che sentiva e vedeva con ciò che invece le suggeriva la ragione. Attorno a lei il prato verde era curato, qua e là c’erano fiori colorati, sul bordo della stradina c’erano alberi che le facevano ombra. L’odore dell’erba, dei fiori erano ben definiti, il vento leggero sul viso rinfrescava e gli uccellini cantavano.

Scoppiò a ridere pensando a un film dove la protagonista parlava davvero con gli animali e si sentì proprio come lei. Fece un giro su se stessa per analizzare bene ogni dettaglio e imprimerlo nella mente.

Si rese conto di indossare un bel vestito leggero blu notte con una cintura rossa, dei sandali abbinati e una collana con un ciondolo a forma di rosa. Era molto strano per lei perché non si vestiva mai in quel modo se non con l’aiuto della sua amica e solo per occasioni particolari. Solitamente era sempre di fretta e indossava le prime cose che riusciva a trovare nell’armadio.

Aveva rischiato più di qualche volta di uscire di casa con le ciabatte o con i calzini di colori diversi. Non aveva molta pazienza a scegliere dei capi abbinati. Preferiva le cose scure al lavoro perché stavano bene con tutto, senza chiedersi se le righe andassero fossero ancora in tendenza o se l’arancione fosse troppo in contrasto con l’azzurro. Quando invece usciva con gli amici, lasciava perdere ogni regola di buon gusto in fatto di moda. Una volta era persino riuscita a indossare tutti i colori dell’arcobaleno senza nemmeno rendersi conto.

Ammirò per un secondo le scarpe con il tacco, lo smalto sulle unghie, la collana e il vestito e si chiese se non fosse davvero tutto opera della sua amica. Doveva capire perché si trovava lì, soprattutto con quell’abbigliamento.

Sentiva i fili d’erba che le solleticavano le dita dei piedi a ogni passo, il vento leggero le scompigliava leggermente i boccoli mentre camminava piano sulla stradina e osservava attentamente quel posto meraviglioso. Era consapevole che il tutto fosse molto strano ma si lasciò guidare per un momento dalla parte irrazionale e decise di ignorare le domande che le stavano affollando la mente.

Ispirò a fondo i profumi dei fiori, si fermò a guardarli da vicino un paio di volte, alzò la testa vero l’alto a cercare di intravedere gli uccellini tra i rami degli alberi. Dopo alcuni minuti, si rese conto di non aver sentito ancora nessuna macchina o un altro segno del traffico e neanche le voci frenetiche delle persone in movimento perenne. Pensò di trovarsi in un parco, ma non ricordava uno vicino casa.

Chiuse gli occhi e si concentrò per cogliere qualche rumore familiare, inutilmente. Quando aprì gli occhi si rese conto di trovarsi in un posto completamente diverso. Era dentro una foresta, ma ai suoni di prima si era aggiunto quello dell’acqua che scorreva non lontano. Fece qualche passo e intravide una cascata. L’odore di pino era forte, l’ombra molto più fitta di prima, per terra c’era del muschio e l’erba più scura. Non c’era nessun sentiero battuto, come se da quelle parti non fosse passato nessuno da tempo. Si avvicinò con cautela al fiume e mise le mani dentro l’acqua fredda e limpida.

Sentì rumore di passi dietro di lei e rimase ferma per alcuni istanti. Non aveva paura, era solo curiosa di capire chi si fosse addentrato in quella foresta e perché. Si alzò piano e si girò. Vide di sfuggita un’ombra muoversi dietro alcuni alberi e attese. La pazienza non era mai stata il suo forte, tuttavia in quel momento scelse di attendere il momento giusto per scoprire chi si stesse nascondendo da lei.

Se lo avesse raccontato alla sua amica, si sarebbe messa a ridere. Lei non era mai rimasta ferma, in nessuna circostanza. Spesso si era ritrovata in situazioni poco piacevoli e imbarazzanti per questa ragione, tuttavia faceva parte del suo carattere. Avanzò un po’, lentamente, e si avvicinò all’albero che copriva l’intruso. Iniziò a contare nella mente solo per quantificare il tempo che stava passando. Non era abituata a fare nulla così lentamente quindi doveva tenere la mente impegnata per non fare uno scatto e spaventare lo sconosciuto.

Non aveva ancora visto la persona, ma dentro di sé sentiva fosse un uomo. Quando lui uscì dall’ombra e le sorrise, lei rimase senza fiato. Lo aveva già visto, diverse volte, ma non aveva mai sperato di poterlo incontrare così da vicino. Era alto, aveva degli occhi blu quasi come il suo vestito e un sorriso incoraggiante. Lo sentì avvicinarsi e contro ogni aspettativa, lei continuò a restare immobile.

I loro movimenti sembravano passi di una danza lenta, in cui lui le girava piano attorno e lei lo seguiva con lo sguardo. Continuarono così per un po’, si studiarono e poi senza nemmeno dire una parola, lui si avvicinò. Le guardò le labbra e qualcosa nei suoi occhi cambiò. Il divertimento e la curiosità di prima si era trasformato in malizia, così come il suo sorriso gentile. Per quanto volesse delle risposte, lei decise di godersi il momento per un attimo e chiuse gli occhi. Sentì il corpo di lui avvicinarsi, il suo calore, il suo alito leggero sulla guancia e si preparò a vivere un’esperienza da libro romantico.

«Nina, svegliati. È tardi, dobbiamo prepararci altrimenti perderemo l’aereo. Si torna a casa bellezza! Finalmente un po’ di vacanza.» La sua amica le tirò un cuscino addosso e controvoglia Nina aprì gli occhi. Vide la sua coperta blu, il lenzuolo con le costellazioni, la lampada a forma di luna sul comodino, la pila di libri che erano ancora in attesa di essere finiti. Si sentiva strana, impiegò qualcosa secondo per rendersi conto che non esisteva un parco così perfetto come quello che aveva visto e che di fatto era tutto un sogno. Nascose la faccia nel cuscino e per un attimo si maledisse per aver creduto fosse tutto vero, quando la sua ragione continuava a tirar fuori dubbi e domande.

Controvoglia si alzò e dopo essersi preparata velocemente uscirono di casa dirette all’aeroporto. Dopo aver imbarcato le valigie, decisero di fare colazione con una buona dose di the caldo. Prese le brioches e si avviò verso la sua amica, quando colpì qualcosa e mentalmente insultò se stessa per non aver fatto attenzione. Aprì gli occhi e mortificata si preparò a scusarsi con la persona che aveva investito e sporcato di zucchero a velo. Dalla bocca però non uscì nessun suono perché rimase come incantata. Davanti a lei, un po’ poco felice e con uno sguardo decisamente tagliente, c’era l’uomo del suo sogno.

Disclaimer & copyright

Il contenuto del racconto pubblicato sopra è protetto dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941, qualsiasi riproduzione anche parziale senza autorizzazione è vietata. Questa breve storia è un’opera di fantasia, personaggi e situazioni sono inventate e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.

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5 Comments

  1. Ester

    Ciao Liv! Sto ancora ridendo come una pazza sappilo XD In un primo momento, quando ho letto i vari elementi della consegna, mi sono sentita un po’ bambina immaginando una fiaba da sogno con un principe da sogno e per un po’ mi hai illusa. Solo che ad un certo punto mi sono ritrovata a pensare: “Mi sembra troppo bello per essere vero, c’è un trucco…di sicuro deve esserci qualcosa” e ti assicuro che non vedevo l’ora di scoprire l’inghippo. Fantastica. Mi è piaciuto molto come sei riuscita a rendere il contrasto fra sogno e realtà, non solo dal punto di vista descrittivo, ma anche riguardo al tono, al linguaggio e alle sensazioni trasmesse. Davvero tanti complimenti. Ora non ti resta che continuare, perché io voglio assolutamente sapere cosa accadrà tra questi due. Alla prossima lettura 😉 Ester

  2. Stephi

    Sai che hai trovato un modo molto originale di affrontare la sfida? A parte che ho sputato un polmone quando si è svegliata perché non avevo capito fosse un sogno, pensavo stessi dando al racconto lo stile della favola ahaha Secondo me sei riuscita in pieno a rispettare le varie consegne, e soprattutto ho apprezzato il finale, anche se non happy ending è happy e apre una strada spianata al seguito, che scriverai prestissimo, vero? 🙂 Grazie per questo bel racconto! Al prossimo, Stephi

  3. Nuage Rose

    Ciao, sono qui per la sfida!
    Mi piace questa aria di sogno che appunto hai voluto dare alla storia, la rende leggera e allo stesso tempo sentita.
    Idea molto bella per sviluppare la consegna ricevuta, la stessa che è capitata a me poi. Apprezzo anche questo romanticismo nell’aria, tangibile e non: mi ricorda un po’ quei film dove il sogno della protagonista diventa poi realtà.
    Ancora complimenti, a presto!
    Nuage Rose

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