Diario di bordo di una straniera

Diario di bordo di una straniera

Terra

Vi siete mai sentiti stranieri in un posto? No, non estranei, ma stranieri, come se quel posto non fosse casa vostra, come se niente vi appartenesse. È un po’ come quando vai in visita da qualche parte e per quanto tu possa informarti e vedere le cose fondamentali, rimane sempre un posto dove sei un turista di passaggio.

Vi è mai successo di cambiare via e poi tornare magari per puro caso e provare nostalgia? Avete mai cambiato città e poi vi siete sentiti stranieri sia da una parte che dall’altra? Avete mai cambiato paese senza capire cosa rispondere alla domanda “di dove sei”?

Per qualsiasi ragione succeda una di queste cose, c’è sempre un periodo di transizione. All’inizio il posto nuovo, che sia una casa, una città o un nuovo paese, lo sentiamo in qualche modo estraneo, non ci appartiene o noi non apparteniamo ad esso. Guardiamo attorno con sguardo indagatore e curioso, vogliamo conoscere, capire, avere ricordi e allo stesso tempo pensiamo al passato con nostalgia. Giriamo e vogliamo memorizzare dettagli, facciamo paragoni, ci creiamo nuove abitudini, una nuova vita.

E quando torniamo lì dove eravamo prima cosa accade? Spesso pensiamo a tutto ciò che abbiamo vissuto con nostalgia, ridendo e ricordando chissà quali momenti della nostra vita e di quella degli altri. Tuttavia la cosa principale è che ci sentiamo degli stranieri.

Perché dico questo? Perché perdiamo le abitudini di quel posto, lo vediamo con occhi diversi, cambiamo e quando torniamo siamo persone diverse. Ricordiamo cose che non ci sono più, pensiamo alle persone come erano una volta, ma il temo ahimè è inclemente e nessuno resta fermo, per quanto nei nostri ricordi sia così. Vediamo posti che prima non c’erano e questo è solo nell’aspetto esteriore. Fermatevi un attimo e pensate a quanto questo sentimento sia più forte per ciò che riguarda l’interiorità.

Possiamo abituarci a una via dove non c’è più tale negozio, all’edificio X che ha cambiato facciata, tuttavia cosa facciamo davanti alle persone che sembrano le stesse, eppure non lo sono? Insomma, abbiamo lasciato dietro dei bambini, dei ragazzini, e oggi ci troviamo davanti persone adulte, che hanno una famiglia, che si sposano, che hanno qualche capello bianco persino.

Ci sentiamo stranieri per tutto un insieme di cose, siamo in bilico tra due posti e spesso non sappiamo quale sia ormai casa. E quando ci dicono la famosa frase, “di dove sei?”, abbiamo sempre qualche problema a rispondere. Dove sono nato e cresciuto? Dove abito adesso? Personalmente non so mai cosa rispondere, perché per me la domanda può avere vari significati ed è difficile capire quale sia la risposta giusta.

Sono una straniera in vari posti, forse sono più una cittadina del mondo che di un posto preciso, tuttavia ho una fortuna: ci sono più posti che possono chiamare casa.

Liv

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La riflessione è nata per caso durante un viaggio e non ha uno scopo, se non quello di condividere dubbi e pensieri.

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