Racconto: Cuordigatto e il segreto della stanza misteriosa

Racconto: Cuordigatto e il segreto della stanza misteriosa

Nota

Ciao da Ester! Prima di tutto rinnovo il mio solito ed immancabile ringraziamento a Liv 😊 Il racconto Cuordigatto e il segreto della stanza misteriosa partecipa alla sfida #narratoridistorie del mese di aprile. La consegna che ho ricevuto questa volta è stata: “I legami non si spezzano, non così facilmente”. Il colore assegnato alla casella era l’arancione, la caratteristica che ho scelto è stata l’amicizia/famiglia e l’imprevisto sorteggiato il numero due, guarda in alto a volte.

Questa piccola favola (non so se è corretto chiamarla così) è pensata per i bambini. L’ispirazione è arrivata partendo da un nome che continuava a ronzarmi in testa. Era così insistente che alla fine ho deciso di costruire la storia attorno ad esso. È stato un bellissimo modo per sperimentare qualcosa di diverso e vi confesso che mi sono divertita un mondo nel farlo. Aggiungo un breve pensiero speciale: dedico questo racconto ad un piccolo ometto che da quasi due anni ormai dimora nel mio cuore.

Buona lettura e tanti sorrisi a tutti voi! A presto 😉 Ester

Cuordigatto e il segreto della stanza misteriosa

copertina racconto

Viveva un tempo in una grande casa un giovane e grosso gatto di nome Cuordigatto. Era molto pigro, amava trascorrere le sue giornate poltrendo sul divano o sopra il cuscino di una sedia, avvolto beato dalle dolci note di jazz emesse in sottofondo dallo stereo di casa. Cuordigatto si chiedeva sempre perché mai un gatto dovesse scegliere la sua stanza personale quando poteva avere uno stereo a disposizione.

In famiglia tutti stravedevano per lui e la cosa era reciproca. Mamma Sissi, papà Vincenzo e il piccolo Didi rappresentavano tutto il suo mondo. Non poteva immaginare niente di più bello per la sua vita da gatto. Cuordigatto non era bello come tutti i suoi amici del quartiere, aveva il pelo di un banale color rossiccio sbiadito e, seppure vantasse un manto lungo e soffice, l’effetto di quest’ultimo ne risultava drasticamente rovinato da quella sua insaziabile golosità che lo rendeva più simile ad una vera e propria palla di pelo. Per queste sue peculiarità era spesso oggetto di bonaria ilarità da parte di amici umani e compari gatti. Si muoveva a fatica, era poco agile e quando incrociava lo sguardo di topi o uccellini semplicemente chiudeva gli occhi e voltava la testa ritornando a dormire.

Cuordigatto, però, possedeva anche due qualità che lo rendevano unico nel suo genere e compensavano almeno un po’ le sue altre mancanze: un amore incondizionato per la musica e un grande cuore. Da quest’ultima si deve il nome di Cuordigatto. Non esisteva, infatti, gatto più gentile, dolce e mite e nessuno pareva averlo mai visto imbronciato. Dopotutto non ne aveva motivo, pensava Cuordigatto, la sua famiglia era la migliore al mondo e lui non poteva desiderare cosa più bella.

Ma un bel giorno accadde che la vita tranquilla di Cuordigatto venne messa a dura prova. Per una qualche ragione non meglio specificata in casa si ritenne necessario effettuare alcune strane operazioni di restauro e l’attenzione venne rivolta in particolare ad una specifica stanza: la sua. Lettiera, tiragraffi, l’enorme cuscinone e i vari giochetti furono dunque tutti spostati e confinati nell’umido e freddo garage. La porta della stanza da quel momento in poi venne chiusa e quella che un tempo era stata la stanza di Cuordigatto divenne un vero e proprio mistero.

Tutto avvenne rapidamente e di nascosto. Cuordigatto non ebbe nemmeno la possibilità di obiettare ed esprimere la sua importante opinione. Anzi, per rifarsi le unghie ed accedere alla toilette (in garage) si ritrovò pure costretto a fare le scale quotidianamente, per più volte al giorno.

Incapace di comprendere quello che stava accadendo, sentendosi sempre più ignorato ed escluso, Cuordigatto si risentì e decise di andare in sciopero sperando così di attrarre l’attenzione di qualcuno. Smise di fare le fusa, di giocare con Didi (impresa difficilissima) e divenne improvvisamente burbero.

Non accadde nulla, i giorni passavano e il mistero si infittiva.

Dopo molti vani tentativi di accedere alla stanza, Cuordigatto decise di cambiare strategia. Nascosto dietro alla sua pigrizia e trovato un punto comodo e strategico, cominciò ad osservare attentamente la situazione. Arrivò Vincenzo portando una scala, poi venne Sissi con dei teli e numerosi giornali. Di nuovo Vincenzo con un barattolo di colore e pennelli e Sissi con degli stracci. Insomma, un avvicendarsi continuo senza capo né coda.

Incapace di risolvere quello strano rompicapo e afflitto per la mancanza di attenzioni, Cuordiagatto diventò via via più triste.

Vagava per la casa inquieto, con lo sguardo basso e il muso schiacciato a terra. Cominciò a pensare che forse nessuno lo voleva più. Nella sua mente ripercorse le immagini di tutti i momenti felici passati insieme e cominciò a piangere. Smise di mangiare e con il passare dei giorni divenne sempre più smilzo. Tutto il grasso accumulato in tanti anni di ozio improvvisamente svanì, complice anche l’allenamento forzato del salire e scendere le scale, mentre Sissi, Vincenzo e Didi continuavano ad ignorare lo strano comportamento di Cuordigatto.

Ma proprio quando sembrava tutto perduto, finalmente accadde qualcosa di inaspettato. Una sera, Cuordigatto venne svegliato nel cuore della notte da strani fruscii. Drizzate le orecchie annusò l’aria in cerca di intrusi. Nuovamente captò quel rumore e di malavoglia scese dalla sedia cominciando a perlustrare l’area. Zampettò silenzioso verso l’origine di quei suoni e si ritrovò davanti alla porta della stanza misteriosa. Era socchiusa. Incuriosito e un po’intimorito si fece coraggio ed entrò.

Subito si accorse della finestra aperta e intuì che l’origine dei fruscii doveva essere quella. Infatti, l’aria che proveniva dall’esterno faceva ondeggiare i teli e i giornali sparsi intorno alla stanza e che ricoprivano anche tutto il pavimento. Cuordigatto continuò ad avanzare cauto, il muso schiacciato a terra in cerca di eventuali tracce sospette. Era così impegnato ad annusare il pavimento che non si accorse della grande scala posta al centro della stanza. Giunto ai piedi di essa, un’improvvisa raffica di vento ne fece ondeggiare i pioli. Se solo Cuordigatto avesse puntato lo sguardo verso l’alto invece che a terra si sarebbe accorto di un barattolo dimenticato, rimasto là, sulla cima della scala e che, ahimè, cadde rovinosamente su di lui ricoprendolo completamente di un liquido denso e appiccicoso. Spaventato, schizzò fuori dalla stanza lasciando dietro di sé un’inconfondibile scia di piccole impronte.

Il mattino successivo Sissi, Vincenzo e Didi trovarono Cuordigatto rannicchiato in cucina, ancora tremante di paura. Al vederlo, non crebbero ai loro occhi. Il suo pelo era diventato di un colore arancione brillante. Preoccupati tentarono di tutto per ripulirlo, ma ormai era troppo tardi. Cuordigatto cominciò a miagolare disperato. Ora sicuramente lo avrebbero cacciato via, nessuno voleva un gatto colorato. Lo avrebbero abbandonato e sostituito con qualcuno di più bello.

Quello che Cuordigatto ancora non sapeva però, era che nel cuore di quella famiglia lui era già il migliore di tutti. Non per il colore del pelo o il suo aspetto, ma semplicemente perché era Cuordigatto.

Pochi giorni dopo l’accaduto, Sissi, Vincenzo e Didi lo condussero nella stanza misteriosa e lui, a testa bassa, si preparò ad affrontare il suo destino. Ad attenderlo però c’era la cosa più bella che avesse mai visto: una stanza tutta decorata con farfalle e fiori arancioni. Ritrovò l’enorme cuscino, il tiragraffi e tutti i suoi effetti personali insieme a una bellissima casetta ed un enorme impianto stereo. Sissi e Vincenzo sorridevano commossi, Didi lo prese in braccio stritolandolo e gli disse: «Buon compleanno Arancio Cuordigatto, il gatto più bello e simpatico del mondo. Ti voglio bene».

Quel giorno Cuordigatto, ora diventato Arancio Cuordigatto, pianse di gioia e pensò che era proprio vero, i legami, quelli preziosi e meritevoli di infinito amore non si spezzavano, non così facilmente.

Da quel momento in poi Arancio Curodigatto divenne il gatto più ammirato e amato di tutto il quartiere, complice anche quella sua nuova peculiarità colorata. Chiunque lo incontrasse poteva ammirarne l’incedere elegante e maestoso, accompagnato dal lento oscillare della lunga coda, il muso bello dritto e lo sguardo sempre in avanti, fisso verso l’orizzonte.

Disclaimer & copyright

Il contenuto del racconto pubblicato sopra è protetto dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941, qualsiasi riproduzione anche parziale senza autorizzazione è vietata. Questa breve storia è un’opera di fantasia, personaggi e situazioni sono inventate e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.

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3 Comments

  1. Nauge Rose

    Ciao! Eccomi a recensire la tua storia, anche se in ritardo…
    Mi è piaciuta molto questa piccola fiaba moderna con questo gatto super simpatico come protagonista, mi piacciono le storie con i nostri amici felini. Descrizioni ben fatte, tutto fatto e scritto molto bene nella sua dolcezza e semplicità.
    Complimenti e a presto!

  2. Stephi

    Ok, io sono una gattara da praticamente tutta la mia vita e in questo racconto sarò di parte, però fattelo dire: è una vera meraviglia <3 Mi sono commossa anche io con la famiglia quando hanno rivelato al micio la stanza dedicata, giuro! Hai scritto un racconto dolcissimo e davvero bello, che va fuori dalla canonicità ma riesce perfettamente nell'intento. Hai sviluppato una storia integrando perfettamente gli elementi della sfida e dato voce a un punto di vista insolito che mi ha conquistata e che, ne sono certa, conquisterebbe a occhi chiusi anche i piccoli a cui hai pensato scrivendo questa fiaba. Bravissima! I miei più sinceri complimenti! 🙂

  3. Liv

    Ciao. Quando ho iniziato a leggere la tua storia ero molto curiosa, dopo aver letto la nota iniziale. Devo dire che mi è piaciuta davvero molto, mi ha fatto sorridere in molti punti e credo che tu sia riuscita a raggiungere il tuo obiettivo. Hai scritto una storia che va benissimo per dei bambini, che ha un messaggio importante e lo esprime davvero molto bene. Ero curiosa di leggere il finale, di capire cosa avrebbe combinato ancora quel gatto. Complimenti per la bellissima storia che hai scritto.

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