Racconto “Crisi di una notte di inizio estate”

Racconto “Crisi di una notte di inizio estate”

Nota

Il racconto breve “Crisi di una notte di inizio estate” è stato scritto per la sfida #onemomentchallenge indetta da MauraLCohen sul gruppo Better than Canon. La consegna era: La piccola di casa sta per avere il suo primo appuntamento e alla notizia uno dei genitori rischia di rimanerci secco, sotto gli occhi divertiti dell’altro.
Ho deciso di scrivere una cosa divertente, un momento della vita dei personaggi senza dare troppe informazioni sul background. Mi sono divertita a scrivere una cosa diversa dal solito e soprattutto mi a fatto piacere tornare nelle sfide di scrittura lampo. Buona lettura.

Crisi di una notte di inizio estate

copertina racconto

Il piano della cucina era pieno di oggetti e resti di cibo: coltelli, cucchiai sporchi, alcuni pezzi di verdura tagliati. Moira era sempre un disastro quando cucinava, anche se le ricette le venivano bene. Faceva disordine e usava almeno dieci pentole, ma poi ne valeva la pena quando la sua famiglia si metteva attorno al tavolo e mangiava sorridendo e apprezzando il cibo. Erano i suoi momenti preferiti anche se erano sempre di meno: John ormai tornava solo per le feste e i compleanni, Thomas si faceva vedere una volta al mese quando il campus non era chiuso. Rimanevano solo Lily e Adam anche se a breve pure lei sarebbe andata via. I suoi figli stavano crescendo, anche troppo in fretta per i suoi gusti.

Raccolse alcuni piatti e li mise in lavastoviglie mentre sentì una presenza dietro di sé. Non doveva girarsi per capire che era suo marito e infatti sentì le sue mani sui fianchi e un bacio leggero sulla testa. Erano sposati da ventisei anni quasi, ma si amavano come il primo giorno o forse di più. Avevano avuto alti e bassi, avevano affrontato diverse prove ma erano ancora insieme e non avevano mai smesso di dimostrare quanto si amavano.

«Che buon profumo. Mi conquisti ogni volta sai, dovresti cucinare più spesso.» Le diede un altro bacio e poi le pulì il viso dalla farina. «I ragazzi perché non sono ancora qua?»

«Adam stava finendo non so che livello di non so quale gioco. Dovrebbe essere qui a momenti.» Moira controllò il forno e vide che era quasi pronto.

«E Lily? Solitamente è sempre qua prima di cena per aiutarti a non far saltare in aria tutto.» Si guardò in giro come se qualcosa fosse fuori posto. Sua figlia era abitudinaria, anche troppo e uscire dagli schemi era qualcosa di molto strano.

«Si sta preparando per uscire. Stasera siamo solo noi e Adam.» Sospirò per la nostalgia di quei tempi quando la casa era sempre piena di persone e risate, tuttavia aveva il sorriso sulle labbra. I suoi figli erano felici e quella era la cosa che più importava per lei, anche se significava non averli attorno sempre.

«Cosa significa che si sta preparando per uscire?» La guardò come se fosse un’aliena che si era appena materializzata davanti a lui.

«Jack, hai presente quando una ragazza si fa bella per uscire? Sai, andare in giro, fuori di casa e lontano dai suoi genitori rompiscatole? Ecco, Lily sta facendo proprio questo.»

«Uscire per andare dove? Non esce mai, soprattutto la sera.» Jack era quasi sconvolto a sentire quella notizia. Sua figlia Lily era molto timida e riservata, soprattutto verso il mondo esterno. Il suo modo di essere non l’aveva aiutata quando si erano trasferiti e quindi passava molto tempo in casa con la famiglia.

«Jack, stasera non leggi proprio tra le righe. Ha un appuntamento.» Moira sorrise e guardò suo marito in modo divertito. Voleva avere una fotocamera e riprendere quel momento, era davvero uno spasso. Stava boccheggiando come se fosse un pesce fuor d’acqua.

«Appuntamento? Con la sua migliore amica? E poi da quando ha una migliore amica che io non conosco?» Guardò la moglie e la vide ridere. «Moira, esce con una amica vero?» La sua voce era quasi un sussurro strozzato.
Moira fece segno di no con la testa e poi rise ancora più forte. Si stava proprio divertendo a vedere il marito così in tilt. Non gli aveva detto nulla proprio perché voleva vedere la sua reazione ed era uno spettacolo troppo bello. Lo vide sgranare gli occhi e respirare più velocemente.

«Sta uscendo con un gruppo di amiche?» La sua voce era sempre meno udibile e sul suo volto si leggeva il terrore. Moira fece ancora segno di no. «Moglie, non dirmi che nostra figlia sta uscendo a questa ora con un ragazzo perché non rispondo delle mie azioni.» Alzò la voce all’improvviso e guardò in cagnesco la moglie che stava continuando a ridere senza riuscire a fermarsi.

«Jack, non fare una scenata. Nostra figlia, che per inciso ha quasi diciotto anni e sta per finire le superiori, sta uscendo con un ragazzo e sono solo le sette di sera.» Alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa. Immaginava che quel momento non sarebbe stato facile per suo marito, ma non pensava potesse andare in paranoia così tanto.

«Mia figlia, minorenne, la mia piccola Lily sta uscendo con un ragazzo? Con un essere di sesso maschile? È uno scherzo vero?» Stava continuando a sbattere le palpebre in modo nervoso e deglutiva a fatica.

«Jack, nostra figlia, Lilian, compie diciotto anni tra una settimana quindi possiamo ormai considerarla maggiorenne. Tra tre settimane finirà la scuola e in autunno andrà al college. Non è più una bambina.»

«Sì che lo è. Cosa stai insinuando donna? Che dovrei essere felice e lasciare che mia figlia, la mia piccola bambina, vada fuori con un tipo losco? Chissà chi è questo e cosa fa nella vita.» Si fermò e iniziò a guardarsi in giro in modo frenetico. «Vado a prendere la mazza di baseball. Nessun maschio, teppistello da due soldi, porterà mia figlia chissà dove. Tu sai cosa succede in macchina al buio? No, no, no, non esiste. La mazza da baseball, dove diavolo è quella mazza?» Continuò a girare per la cucina a cercare mentre Moira lo tirò per un braccio e lo fermò. Stava ancora ridendo ma sapeva di doverlo calmare altrimenti non avrebbero nemmeno cenato.

«Jack, ti ricordi che anche noi alla sua età andavamo in giro? In macchina, a volte a piedi a camminare? Se adesso ti stai trasformando in un vecchio brontolone è colpa tua, lei è giovane e dobbiamo capirla.» Gli accarezzò la schiena e sentì i suoi muscoli rilassarsi per un istante prima che lui tornasse alla carica.

«Donna, ti faccio vedere io stanotte chi è vecchio e brontolone.» La guardò con malizia prima di tornare serio. «E poi ti devo ricordare cosa facevamo noi sui sedili posteriori della macchina durante queste uscite innocue? Dio, se quello sfiora mia figlia gli taglio qualsiasi cosa possieda, arti e non.» Sbuffò e chiuse gli occhi per cercare di calmarsi perché sentiva di perdere il controllo.

«Jack, tu non farai assolutamente nulla. Sta crescendo e anche se facesse qualcosa sui sedili posteriori di una macchina, basta che sia prudente e che lo voglia davvero. Deve fare le sue esperienze, deve imparare a vivere fuori da questa casa.» Moira stava cercando di non ridere, ma era quasi impossibile. Vedere suo marito così agitato era davvero uno spasso.

«Esperienze? Può andare al cinema con le amiche o a fare shopping, la accompagno io se necessario. Le ho dato la carta di credito intestata a lei, può comprare ciò che vuole anche se vedo che prende solo pezzi per quei pc strambi che sta costruendo. Possiamo fare qualsiasi cosa voglia, basta che me lo dica.» Si lasciò cadere su una sedia. Era un uomo alto un metro e novanta e nonostante i suoi quasi cinquanta anni era ancora in forma. Dopo una vita passata a giocare a football e poi ad allenare, non poteva essere da meno. Eppure in quel momento sembrava un cucciolo indifeso che aveva perso qualcosa a lui molto caro.

«Jack, tua figlia ha bisogno di uscire con persone giovani, della sua età. Deve fare le sue esperienze, conoscere qualcuno, innamorarsi. Non puoi tenerla sotto una campana di vetro per sempre. Io l’ho accettato, devi farlo anche tu.» Sentiva che suo marito si stava convincendo, forse per tenerla buona o forse perché era davvero d’accordo con lei. «Mi sa che il nostro cavaliere è arrivato. Avviso Lily.»

Jack si alzò e andò alla finestra a guardare quello che era appena diventato il suo nemico numero uno.

«Moira, nostra figlia non uscirà con quel teppista. Hai visto che macchina ha? Una Mustang GT-R? Sembra uscita da un film di Fast and Furious. Quello ce la porta via e chissà cosa farà. Io adesso prendo la mazza e lo finisco. Non toccherà mia figlia in nessun modo.»

Uscì dalla cucina brontolando e si fermò di colpo quando vide lo sguardo furibondo di sua moglie. Gli stava dicendo, anzi ordinando, di stare zitto. Vide sua figlia scendere dalle scale e sentì il bisogno di urlare. Indossava dei jeans e le all stars, un top e una giacca di jeans. Nulla di assurdo, se non fosse che i jeans le stavano benissimo e risaltavano le sue gambe toniche frutto di tutte le corse che faceva, il top luccicava colpito dai raggi di luce e le dava un’aria più elegante, i capelli mossi e sciolti la facevano sembrare una modella pronta per un servizio fotografico. Non indossava gli occhiali neanche, aveva messo le lenti a contatto e persino la matita per gli occhi.

Jack buttò fuori l’aria in modo un po’ brusco e strinse i pugni lungo il corpo. Sua figlia era bellissima ed era cresciuta. Lui voleva solo proteggerla, ma doveva ascoltare sua moglie e lasciarla andare. Non era d’accordo, avrebbe voluto prendere per il collo il teppista che la aspettava davanti casa ma sapeva che sua moglie non gli avrebbe parlato più e che sua figlia probabilmente avrebbe seguito l’esempio della madre. E per quanto fosse grande e grosso, aveva paura di sua moglie. Era l’unica persona che lo faceva tremare e non avrebbe mai fatto nulla per farle male. Prese un respiro profondo e sorrise.

«Come sto papà?» Lily fece un giro per mostrare come si era vestita. Non era molto diversa dal solito in realtà, niente vestito corto o tacchi a spillo, niente trucco pesante o cose trasparenti, ma aveva qualcosa di diverso. Jack si rese conto che erano i suoi occhi che brillavano in modo diverso, era sempre la sua bambina innocente e curiosa ma in quel momento mostrava più forza di quanto avesse mai fatto.

«Sei bellissima e se quel ragazzo non te lo dice, non salire nemmeno in macchina con lui perché non ne vale la pena. Cosa dico, nessuno sarà mai alla tua altezza ma questo lo deciderai solo tu. Divertiti e se c’è qualche problema, qualsiasi cosa, chiamami e vengo subito. Capito?» La abbracciò e la bacio sulla testa. Era alta per essere una ragazza, quello lo aveva preso da lui. Fortunatamente aveva preso i capelli e il viso della madre, tranne gli occhi che erano identici ai suoi: grigio azzurri come il cielo nuvoloso.

«Buona cena, vado perché non voglio farmi aspettare.» Prese le sue chiavi dal mobiletto vicino la porta e uscì.

«Se vado a guardare dalla finestra non la vedrò mentre lui la palpeggia vero? Io lo ammazzo quello.» Fece due passi verso la porta prima che Moira lo fermasse.

«Se adesso esci da quella porta e fai una scenata, tua figlia non ti perdonerà mai. La metteresti in imbarazzo e la faresti sentire incapace di prendere le sue decisioni. Dannazione Jack, non ti fidi di lei?» Continuò a tenerlo per un braccio mentre gli parlava, non si fidava a lasciarlo libero del tutto. Suo marito era una testa calda quando si lasciava trasportare.

«Affiderei la mia squadra a Lily, la casa, la mia macchina, tutto, persino la mia stessa vita. Il problema è che non mi fido di lui. È un maschio, giovane e con gli ormoni a palla, quello non userà il cervello ma altro. Preparerò la mazza da baseball per quanto ritorna.»

«Se non la smetti, finirai per rovinare qualsiasi speranza che tua figlia ha di vivere una vita tranquilla. Anche tu eri giovane e con gli ormoni a palla, dannazione, li hai ancora a palla spesso. Eppure mi hai resa la donna più felice del mondo. Dagli un po’ di fiducia, se non fosse degno Lily non avrebbe accettato di uscire con lui.»

«Va bene, adesso mangiamo e poi guardiamo un film e io starò buono. Giuro che non le farò il terzo grado quando ritornerà e non aspetterò lui con un coltello in mano.» Tornò in cucina proprio mentre Adam entrava dentro.

«Il tipo ha una macchina fighissima.» Guardava dalla finestra mentre si sentiva il rombo del motore allontanarsi.

«Adam, le parole!»

«Scusa mamma, il tipo ha una macchina bellissima.» Alzò le mani in segno di resa e si mise al suo posto. «Papà non l’ha presa bene mi sa.»

«Invece sì, deve abituarsi all’idea altrimenti rimane a digiuno per mesi e dormirà sul divano.» Moira fulminò suo marito e lui abbozzò un sorriso.

«Papà, non ti devi preoccupare. Lily fa palestra da quando ha iniziato a camminare mi pare, si è allenata con John sul ghiaccio, con Thomas a correre, gioca a baseball meglio di me e te messi assieme, lo zio Connor le ha dato lezioni di boxe quindi direi che dovresti preoccuparti per quel poveretto se fa o dice una cosa sbagliata. Lo uccide.» Sorrise e si riempì il piatto con le patate.

«Ha ragione Adam, l’avete coccolata e viziata ma allo stesso tempo le avete insegnato i migliori trucchi in ogni sport quindi è in gamba. Vedrai che tornerà a casa felice.»

Jack prese delle patate e sorrise. Questa volta per davvero perché se sua figlia fosse tornata a casa triste lui avrebbe trovato quel tipo e gli avrebbe sfondato la macchina. Stava già gustando la vendetta, quel teppista doveva solo fare un passo falso. Fece un ghigno diabolico e poi iniziò a mangiare di gusto.

Liv

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Il contenuto pubblicato sopra è protetto dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941, qualsiasi riproduzione anche parziale senza autorizzazione è vietata. Questa breve storia è un’opera di fantasia, personaggi e situazioni sono inventate e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.

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6 Comments

  1. Stephi

    AHAHAHAHHA no Liv, io ti voglio più spesso in questa veste divertente! Sono morta dalle risate a leggere il dialogo tra moglie e marito, immaginandomi tutta la scena di lui che impazzisce e lei che se la ride di gusto pur mantenendo la calma e cercando di farlo ragionare. Spettacolare, davvero! Sei stata bravissima!

    1. Liv

      Ciao. Grazie mille per aver letto. È stato un esperimento anche per me e devo dire che non è stato facile, quindi saper che è riuscito a far ridere, mi rende felice.

  2. Martina

    La domanda più importante è: chi è il ragazzo con la bellissima macchina in stile fast & furious?? Sono troppo curiosa e come sempre hai scritto benissimo!

  3. MauraLCohen

    Povero Jack!
    Il mio Sandy lo capisce e, virtualmente, gli dà una pacca sulla spalla. Vedere la prima figlia, se poi è anche l’unica, diventare grande per un padre amorevole e protettivo è la peggiore delle torture. Fortuna che ci sono le mamme, che ricordano com’era essere giovani, immature e innamorate. La mia Kiki ricorda anche come essere ubriaca, ma evita l’argomento con il marito, sennò segrega in casa la piccola. E penso proprio che Jack non sarebbe da meno. Mi ha fatto morire dal ridere! Ottima caratterizzazione del personaggio.
    Allo stesso modo ho apprezzato Moira. Cuoca, mamma e psicologa! Un lavoro a tempo pieno il suo, povera anima. Mi è piaciuto molto come hai fatto interagire i due: la complicità, le battute, l’equilibrio. Si capisce subito che sono una coppia affiatata e dei genitori gagliardi.
    Anche il personaggio di Adam, seppure appena menzionato, è ben delineato: ai miei occhi appare come un ragazzetto alla Bart Simpson, monello ma con un grande cuore. Un po’ nerd forse, ma che sa come farti sganasciare dalle risate.
    Lily poi, adorabile.
    È dolcissimo il modo in cui l’hai dipinta e anche il rapporto padre-figlia che si evince dalle righe.

    Come sempre la tua penna è coinvolgente e sa creare scene vivide e reali, aspetto che viene decisamente evidenziato in un contesto come questo. Gli “slice of life” sono difficili da scrivere perché c’è il rischio di essere banali, di concentrarsi sulle cose sbagliate e di annoiare il lettore. Tu, invece, sei stata davvero capace.

    L’unica segnalazione che ti faccio è: appena puoi dai una rilettura perché ci sono un paio di refusi qua e là. “Foca” al posto di “gioca”, “tuta” al posto di “tutta”. Nulla di grave, errori di battitura che sicuramente sono sfuggiti ad una lettura fresca di scrittura (perdona il gioco di parole). xD

    In conclusione, anche stavolta ci hai regalato una piccola perla. Brava!

    Un abbraccio,

    MLC

    1. Liv

      Grazie per il bellissimo commento.
      Le sviste ahimè sfuggono sempre, grazie per la segnalazione.
      Sono contenta ti sia piaciuta la storia. È diversa dalle ultime cose che ho scritto quindi una sfida per me.
      Magari un giorno scriverò altro su di loro 😉

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