Racconto “A Natale puoi…”

Racconto “A Natale puoi…”

NOTA

Ciao, lettori di AlteregoUniversus! Qui Stephi che parla. Il racconto che state per leggere partecipa alla sfida natalizia “È Natale anche quest’anno” organizzata nel gruppo Ritrovo scrittori anonimi (s)bloccati creato per mantenere viva la nostra vena creativa nei momenti di sconforto dovuti al temibile blocco dello scrittore. Ognuno dei #narratoridistorie aderenti ha ricevuto un prompt da cui partire per scrivere il proprio pezzo, scelto a sorte tra 25 diverse proposte, tutte rigorosamente legate al Natale. La consegna che mi è stata affidata è “A Natale puoi… ma anche no”. Sono super felice di poter condividere con voi un altro racconto a tema natalizio! Spero possa piacervi tanto quanto ha divertito me scriverlo. Buona lettura e a presto, Stephi.

A Natale puoi…

natale
Foto di Arthur Brognoli da Pexels

A Natale puoi
Fare quello che non puoi fare mai…

Sì. Aveva deciso. Era la volta buona. Sarebbe stato l’anno giusto. Ce l’avrebbe fatta stavolta a prendere il coraggio in mano e confessare a Jenna che l’amava da sempre, e che sempre l’avrebbe amata. Che dal primo istante in cui i loro sguardi si erano incontrati per lui non era stata solo amicizia, era sempre stato amore. Gliel’avrebbe confessato quel Natale stesso. Per celebrare il loro amici-versario.

Aveva sentito quella canzone alla radio e si era convinto: quel Natale ci sarebbe riuscito. Se le sentiva scorrere nelle vene, la sicurezza, la convinzione, la determinazione. Era deciso come mai lo era stato in tutti gli anni trascorsi ad esercitarsi davanti allo specchio e fallendo miseramente di fronte a lei. Quell’anno, però, c’era qualcosa di diverso nell’aria stessa. Una nota pungente che attraversava l’atmosfera intorno a lui come una scarica elettrica e ne modificava la composizione a suo favore, per sostenerlo in quell’impresa altrimenti impossibile.

Era l’anno giusto, non aveva alcun dubbio. Doveva soltanto pronunciare quelle quattro maledette parole di fronte a lei e la sua vita sarebbe finalmente stata a posto: “Jenna, io ti amo”. Così: semplice, definitivo, dritto al punto e impossibile da ribattere. “Jenna, io ti amo” e la donna del suo cuore sarebbe stata sua per sempre. Un gioco da ragazzi.

Cominciò quasi ossessivamente a ripetersi la fatidica frase nella testa. Se la diceva la mattina appena sveglio (“Buongiorno, Jenna, io ti amo!”), durante le interminabili riunioni con i colleghi (“Jenna, io… ti amo!”), tra un boccone e l’altro dei pranzi (“Jen…na… io ti …a… mo!”), e poi continuamente la sera, di fronte allo specchio o al cellulare o al cucchiaio con cui subito dopo assaporava la vellutata di zucca che lei amava tanto e lui – da quando l’aveva scoperto – non faceva altro che preparare, così che il giorno in cui ci sarebbe stato un loro, la pietanza sarebbe stata perfetta, e l’avrebbe fatto amare da Jenna ancor di più.

La recitava così spesso che ormai era diventata un mantra, una formula quasi magica, un portafortuna. “Jenna, io ti amo!” e il sole rischiarava una giornata nebbiosa. “Jenna, io ti amo!” e trovava parcheggio al primo colpo anche nelle strade più trafficate. “Jenna, io ti amo!” e il suo capo, la persona più burbera e scontrosa che conosceva, gli lanciava un cenno impercettibile d’approvazione sui report del quarto quadrimestre su cui aveva lavorato ininterrottamente da inizio dicembre.

I segni erano inequivocabili: i pianeti si stavano allineando, in barba a tutti i Rob Brezsny del mondo che gli ripetevano da settimane di non lanciarsi in avventure fuori dall’ordinario, di restare ancora qualche tempo nella sua comfort zone, che per gli stravolgimenti c’era tempo. No, non avrebbe atteso ancora. Mancavano solo cinque giorni al Natale e niente e nessuno poteva ormai convincerlo a cambiare idea: ogni cosa stava finalmente schierandosi a suo favore. Jenna sarebbe stata finalmente sua.

A cinque giorni dal Natale, tutto era tranquillo. Il suo cuore batteva regolarmente, i suoi respiri erano costanti, la sua ossessione perfettamente nella norma. Si sentiva pronto, anzi no, non ci si sentiva: lo era. Più di quanto non lo fosse mai stato in precedenza.

A quattro giorni dal Natale provò una leggera quanto impercettibile accelerazione del ritmo cardiaco. Diede la colpa allo stress dell’ufficio: i giustificativi lo stavano mandando fuori di testa più del pensiero di Jenna, ma presto tutto sarebbe tornato nella norma, doveva avere pazienza, ancora qualche giorno e poi… sarebbe stato l’uomo più felice della Terra.

A tre giorni dal Natale i battiti e il suo aplomb si erano perfettamente normalizzati: più il tempo scorreva, più si sentiva bene. Riusciva quasi a vederla, la luce in fondo al tunnel che da anni lo teneva incatenato in quell’amicizia amorosa. Se avesse allungato la mano gli sarebbe parso persino di poterla stringere, la meravigliosa sensazione di felicità che sarebbe conseguita alla sua fatidica rivelazione. La assaporava in ogni gesto, in ogni emozione, in ogni attimo. Iniziò a fare il conto alla rovescia: 64 ore, e Jenna sarebbe caduta ai suoi piedi.

La Vigilia di Natale, dopo aver congedato i colleghi per le vacanze ed essere passato dai genitori per un rapido saluto, ritornato a casa si mise a preparare vellutata di zucca in quantità industriali. Non si fermò finché non ottenne il piatto perfetto: le quattro del mattino erano passate da tre quarti d’ora, il che significava che era Natale, che doveva sbrigarsi e correre a letto e dormire e svegliarsi e prepararsi ed assicurarsi che Jenna fosse puntuale e aprire la porta e non svenire di fronte alla sua bellezza e pronunciare quelle quattro fatidiche parole e tutto sarebbe cambiato. Un brivido gli corse lungo la schiena, mentre le parole della canzone gli suonarono nella testa. No, non si sarebbe fatto prendere dal panico proprio quando, dopo anni e anni di tentativi miseramente naufragati nel mare del rimpianto, era finalmente e faticosamente riuscito ad arrivare fino lì.

Si impose di calmarsi. Respirò profondamente, una, due, tre, dieci volte, poi spense la luce della cucina e nella stanza buia, rischiarata a intermittenza dalle luci dell’albero di Natale, ritrovò la sicurezza di cui si era inebriato nelle giornate precedenti. Posò il grembiule, ripose i piatti, sciacquò le mani e andò a dormire. Erano ormai le 6, il cielo albeggiava, era già Natale. Avrebbe dovuto attendere altre 7 ore e mezza, e anche Jenna si sarebbe innamorata follemente di lui.

Quando udì il suono del campanello, sobbalzò dallo spavento e per poco non ruzzolò a terra. Guardò l’orologio e imprecò a gran voce: assuefatto dalla stanchezza, aveva dimenticato d’impostare la sveglia. Erano le 13.30 e alla porta non poteva esserci che…

«Jenna!»
«Dan, ma che ci fai ancora in pigiama? Non ti avrò mica…»
«No, beh, sì, forse, ma non importa. Jenna, devo dirti una cosa!»
«Anche io! Vai, prima tu!»
«No dai, prima tu!»
«Okay, non sto più nella pelle! Erano settimane che volevo parlartene ma non ho mai trovato l’occasione fino ad oggi e…»
«E?»
«Sono incinta e mi sposo Dan! Non è fantastico?»

Il suo cuore si ruppe. «Mer… meraviglioso!» Impallidì, e poi svenne.
«Così contento da svenire non ti avevo mai visto!»
«Il mio cuore…»
«Lo so, per poco non è venuto un infarto anche a mia madre!»
«Il mio…»

«Sono così felice!!! Dio, è incredibile, fino a quattro mesi fa ero sola e senza speranza e poi Matthew è piombato nella mia vita e BAM, amore, a prima vista! Come nei film, ma che dico, meglio dei film!»
«Il…»
«Sia chiaro, ti voglio al mio fianco durante la cerimonia! Dovrai farmi da testimone. Matt poi te lo presento, è perfetto: dolce, premuroso, affettuoso, andrete d’accordissimo! E sapessi che vellutata prepara… la più buona che abbia mai mangiato!»
«…»
«Ma tu cos’è che volevi dirmi, invece?»
«Niente d’importante.»
«Non fare così, se c’è qualcosa che devi dirmi, fallo adesso, come dice la canzone… “A Natale puoi dire ciò che non riesci a dire mai”…»
«Eh… a Natale puoi… Ma anche no.»

Perplessa da quell’enigmatica risposta, Jenna scrollò le spalle. Salutò Dan con un affettuoso bacio sulla guancia – una pugnalata allo stomaco sarebbe stata meno dolorosa – e se ne andò, promettendogli di tornare presto con il fantastico Matt.

Non appena la porta si richiuse, nascondendogli Jenna alla vista, Dan si affossò nel divano, a raccogliere i cocci del suo cuore e della sua convinzione, andati distrutti quella mattina. E mentre la radio, accesa per tenergli compagnia, mandava in onda a palla l’insulsa canzone alla base di tutte le sue sofferenze, si ritrovò a pensare “Beh, a Natale è chiaro che non puoi, ma forse a Pasqua…”

Disclaimer & copyright

Il contenuto del racconto pubblicato sopra è protetto dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941, qualsiasi riproduzione anche parziale senza autorizzazione è vietata. Questa breve storia è un’opera di fantasia, personaggi e situazioni sono inventate e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.

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12 Comments

  1. Elodea

    Il mio cuore è andato in frantumi con quello di Dan, anche se me lo sentivo che non gli sarebbe andata bene…
    Del tuo racconto mi è piaciuto il fatto che, pur non avendo un lieto fine per Dan (però per Jenna sì, dai!), non è intriso di tristezza. Adoro Dan, per la sua determinazione, la sua timidezza, la sua dolcezza. Povero, dopo quattro anni di attesa, si decide…e scopre che la “sua” Jenna in 4 mesi ha rivoluzionato la sua vita in campo sentimentale. E’ stato davvero simpatico leggere di tutti i suoi preparativi, inclusa la ripetizione costante della sua dichiarazione. Il racconto è davvero carino e scorrevole, e mi piace come hai sviluppato il prompt iniziale. Grazie per averlo scritto!

    1. Stephi

      Ciao Elodea! Grazie a te per averlo letto! Sono felice ti sia piaciuto il racconto e la svolta che ho voluto dare al prompt, ho cercato di creare qualcosa di insolito per il Natale e sapere di esserci riuscita senza appesantirlo di tristezza non può che rendermi felice! 🙂 Alla prossima, Stephi

  2. Ester

    Ciao Stephi! Mi sono divertita tantissimo. Un racconto frizzante e spontaneo che si legge d’un fiato. Sei riuscita molto bene a trasmettere quel senso di attesa e trepidazione tipico dei grandi momenti. Da subito sono stata trascinata all’interno della scena quasi come un vortice e ci sono rimasta fino all’ultimo. Mi è piaciuto il modo in cui sono stati rappresentati l’autoconvinzione e l’auto incoraggiamento del protagonista. Nonostante si potesse immaginare il finale, non ho potuto evitare di tifare per Dan fino all’ultimo sperando gli andasse dritta. Il ritmo di lettura è rapido e coinvolgente, i dialoghi ben costruiti e scorrevoli quasi come se stessi ascoltando i personaggi parlare. L’unica cosa, mi piacerebbe sapere un po’di più riguardo l’amicizia fra Jenna e Dan, mi hai incuriosita! Quindi spero tanto ci sarà un’altra puntata, voglio assolutamente sapere cosa accadrà! Felicissima di averti letto e ancora tanti complimenti. Non vedo l’ora di leggerti nuovamente, quindi a presto 😉 Ester

    1. Stephi

      Ciao Ester 🙂 Ti ringrazio per il commento: mi ha fatto davvero piacere leggere le tue parole! Sono contenta di essere riuscita a farti immergere nella storia e dare credibilità ai dialoghi, che è sempre un po’ un rischio quando si scrive. Sull’idea di poter approfondire in un nuovo racconto l’amicizia su questi due, non mi pongo limiti: è un bel suggerimento, se trovo l’ispirazione non mi dispiacerebbe cucirci sopra qualcosina 🙂 Grazie per il tempo dedicato alla lettura e per le tue belle parole! Sono super contenta ti abbia fatto piacere leggere questo breve scritto, alla prossima 🙂

  3. Geani

    Ciao! Forse non dovrei dirlo ma ho riso tantissimo, soprattutto alla fine. Mi dispiace per Dan, e se potessi gli direi che più aspetta peggio è, ma non posso quindi purtroppo rido e basta. Mi piace moltissimo l’idea che hai avuto e anche come l’hai realizzata. Il racconto è molto scorrevole e allegro, lo stile anche. Ho apprezzato tanto vedere la “preparazione” mentale di Dan tutti i giorni precedenti a Natale, anche il suo stare sveglio fino a tardi. Forse la parte più importante è stata troppo veloce e avrei preferito qualche accenno in più a cosa è successo visto che pare parli da svenuto ma poco importa, la storia ha raggiunto il suo obbiettivo anche così.

    1. Stephi

      Ciao! 🙂 Dillo pure, ho riso anche io mentre scrivevo le disgrazie del povero Dan ahaha Ti ringrazio di cuore per il consiglio che mi hai dato: rileggendo in effetti capisco che, rispetto alla fase “pre-dichiarazione”, la dichiarazione sia corsa via più velocemente. Ne farò tesoro per i prossimi racconti 🙂 Alla prossima, Stephi

  4. Ciao! Posso dire che, a dispetto del povero Dan, ho riso tantissimo con questa storia? Ho trovato originale il fatto di non aver concluso con un lieto fine, che di fatto caratterizza tutte le commedie romantiche ambientate durante il Natale. Sarei davvero curiosa di saperne di più. La consegna, poi, credo sia stata pienamente rispettata. Brava!

    1. Stephi

      Ciao Gaia! Grazie mille 😀 Sono felice di aver rispettato la consegna e aver scritto questa storia: di solito in quello che racconto la vena comica non è proprio una costante, uscire dalla mia comfort zone è stato bello, sapere di aver comunicato anche a chi legge questa vena più divertente mi riempie di gioia 🙂 Grazie delle parole e di aver letto la mia storia! A presto, Stephi

  5. Liv

    Ciao. So quanto tu abbia patito per trovare l’idea e scrivere qualcosa per questa sfida quindi i miei complimenti per averla portata a termine. hai avuto una idea geniale, una storia quasi surreale e per quanto sia triste come finale, io sono una brutta persona e ho riso tantissimo. Mi sono immaginata questo poveretto che prende coraggio finalmente, che trova la forza per dichiararsi e lei ignara di tutto gli comunica che si sposa. Sembra una commedia, e la frase finale chiude in bellezza il tutto. Mi è piaciuta tantissimo, hai usato benissimo la consegna e devo dire che l’ho apprezzata tanto. A presto.

    1. Stephi

      Ciao Liv! Se confesso di aver riso tantissimo anche io mentre la scrivevo, dici che Dan se la prende? AHAHHA Volevo creare qualcosa di leggero, visto il periodo pesante, e mi fa piacere sapere di essere riuscita a trasmetterlo e coinvolgerti a tal punto da farti ridere 🙂 Grazie di cuore per le parole e per il tempo dedicato alla lettura, oltre che del supporto morale che mi hai dato per portare a termine questa sfida! Te ne sono super riconoscente! 🙂 Alla prossima, Stephi

  6. Stephi

    Ciao Joey! Grazie davvero per aver letto il racconto e per queste belle parole: sono super contenta di essere riuscita a farti immaginare le varie scene, e ancor di più di essere riuscita a rispettare il prompt! Sulla parte di descrizioni, hai ragione: è una delle cose che trovo più difficili da scrivere, motivo per cui spesso i miei racconti non ne sono pienamente provvisti. Cercherò di migliorarmi su questo aspetto 🙂

  7. Joey Tre

    Wow, ho letto questo racconto tutto d’un fiato e il finale mi ha lasciato a bocca aperta! Trovo che sia scritto molto abilmente, me lo sono immaginato passo dopo passo, parola dopo parola e quando si arriva al dialogo finale il plot twist è struggente ma utile al prompt che secondo me è stato molto rispettato. Lo stile è molto scorrevole, in alcuni punti mi sarebbe piaciuto leggere un po’ più di descrizioni per “immergermi” meglio nella storia ma a parte questo trovo che sia un racconto molto ben fatto e che sembri l’inizio di un romanzo in cui Dan si redime da questo duro colpo iniziale 🤞

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