Il mondo di un creatore

Il mondo di un creatore

Nota

copertina storytelling
foto di Tania

Il racconto “Il mondo di un creatore” partecipa all’evento Storytelling Chronicles organizzato da Lady C di La nicchia letteraria. Sta diventando un appuntamento fisso ogni mese e sono contenta di partecipare perché ogni mese ho una sfida diversa.

Per maggio la consegna era: narrazione in prima persona. Non l’ho trovato difficile, se non per il fatto che parlando in prima persona a volte è difficile distinguere tra personaggio e autore. Per questo motivo ho scritto questo breve racconto.

Trama

Un creatore, nel nostro caso un autore, parla di ciò che significa creare e scrivere una storia. Il blocco iniziale, la paura di sbagliare, di aver perso qualcosa lo accompagna dall’inizio fino alla fine.

Il mondo di un creatore

racconto il mondo di un creatore
foto personale

Non ho scritto nulla ancora eppure la fantasia ha preso il sopravvento da un po’ di tempo ormai. La mente ha già immaginato tutto, dal primo personaggio fino all’ultima comparsa: ci sono i protagonisti, i loro aiutanti, ci sono abbracci e litigi, carezze e baci, ci sono pianti, risate, sofferenza. Guardo lo schermo del computer ed è ancora bianco, con il cursore che lampeggia all’inizio della riga in attesa che io metta le mani sulla tastiera. In realtà le mani sono al loro posto, come un atleta che attende solo il via per poter scattare e dare il meglio di sé. Il problema è che quel via lo attendono da un po’ e non sanno quando e se arriverà.

A destra e a sinistra sulla scrivania ci sono fogli sparsi pieni di parole scritte con una calligrafia a volte incomprensibile persino a me. Appunti presi a matita, a penna, sottolineati, tagliati, c’è di tutto. Leggo i nomi di quei personaggi che sono in attesa di vedere scritta la loro storia: ci sono le loro caratteristiche, il percorso che devono fare eppure il cursore non si è mai spostato dal punto in cui si trovava qualche ora fa. Chiudo gli occhi, appoggio la testa sulle mani e rimango in attesa che l’input arrivi alle dita. Davanti a me vedo i personaggi che prendono forma, vedo le loro risate, quando si innamorano, i loro litigi, la loro passione, il brutto carattere di qualcuno, vedo le lacrime che scivolano piano sulle loro guance, gli adii che spezzano loro il cuore; li vedo ballare e ridere, innamorarsi ed essere felici, sono lì mentre mangiano, dormono, vivono la loro vita. È già successo tutto nella mia mente e davanti ai miei occhi, manca solo la parola fine e la storia è pronta. Eppure il foglio rimane bianco ancora.

Come nasce una storia che ti rimane dentro? Come si formano quelle parole che ti fanno piangere o ridere assieme ai personaggi? Da dove vengono fuori quelle descrizioni che ti fanno sentire dentro la storia, come se la stessi vivendo davvero? Come si arriva ad avere tutto nero su bianco nel modo giusto, dove tutto si incastra alla perfezione? In che modo quelle immagini che mi fanno venire la pelle d’oca e che accadono nella mia mente possano diventare una storia scritta?

Riguardo il foglio bianco e il cursore che sembra mi stia prendendo in giro. Forse si è stancato anche lui di attendere e lampeggiare, pronto per qualcosa che non si sa quando arriverà.

Alzo il volume della musica e mi lascio guidare da essa. Le parole e le note si sprigionano attorno a me, mi fanno perdere il senso della realtà. Mi immergo in quella storia tanto che sento le voci dei personaggi, sento il caldo o il freddo con loro, sento i loro singhiozzi, le loro urla, i loro sussurri. Mi spavento vicino a loro, mi immobilizzo aspettando che la situazione migliori, rido per la liberazione quando il momento brutto passa. Sono dentro un mondo che cambia attorno a me in ogni istante. Potrei descrivere con dettagli minuziosi le stanze dove dormono, la cucina dove mangiano di corsa, il giardino dove passano il tempo in famiglia, ogni angolo per loro significante. Potrei dire cosa hanno fatto in ogni momento, come si sono sentiti, cosa hanno pensato.

Mi sento un po’ come un Dio in realtà. Posso creare questo mondo, decidere cosa cambiare e cosa tenere, decidere chi vivrà e chi morirà, chi sarà felice e chi dannato in eternità. So cosa c’è nella loro mente, conosco persino il loro animo, le loro paure più profonde e i desideri più nascosti. Se sapessi farlo, potrei dipingerli a grandezza naturale. Nella mia mente l’ho già fatto un milione di volte almeno.

Apro gli occhi e sorrido. Loro sono tutti lì pronti per entrare in scena, hanno vissuto tutto ormai, sono solo io che non ho ancora trovato le parole per rendere giustizia alle loro storie. Quelle parole compaiono e scompaiono nella mia mente, si confondono, girano vorticosamente, sono come dei segnali intermittenti che lampeggiano per troppo poco tempo perché io riesca a coglierle. Si fanno beffa di me, persino i personaggi mi guardano storto adesso. Sono stufi di rivivere tutto nella speranza che le parole giuste vengano fuori.

Le mie mani tra poco si ribelleranno, sono lì ferme da troppo tempo. Sfiorano i tasti e fanno quasi la finta di partire, eppure sul foglio bianco non compare nulla ancora. Basterebbe un piccolo colpo di genio e tutto sarebbe già finito.

Cambio canzone e richiudo gli occhi. Devo cogliere l’essenza di tutto questo, devo farlo prima che i dettagli inizino a scomparire, prima che tutto svanisca nella nebbia fitta della memoria. Ascolto le note e provo a capire come partire, con cosa iniziare questa opera.

Ad un certo punto qualcosa accade, non saprei dire cosa ma le mani hanno ricevuto il via. Si muovono freneticamente e il cursore va avanti dipingendo lettere, parole, paragrafi interi. Senza una logica precisa, senza una forma decisa, la storia prende vita. Sento il coro di angeli e persino gli applausi dei miei personaggi per aver deciso finalmente di partire, di buttarmi nel l’oscurità e iniziare a dipingerla con mille colori diversi. Le scene si animano, cambiano, i personaggi crescono, mentre io ormai non sento più nemmeno il ticchettio dei tasti. Sono talmente immersa in quel mondo che nulla dalla realtà mi sta toccando. Forse sto persino vivendo accanto a loro.

Le parole riempiono righe dopo righe, pagine dopo pagine. Finalmente i personaggi avranno la loro storia. E una volta scritta la parola fine, sarà come dire addio a dei vecchi amici. Sono nati nella mia mente, sono venuti fuori dalla mia penna e fanno parte di me dall’inizio fino alla fine e oltre.

E dopo i complimenti per aver finalmente scritto qualcosa, ricevuti persino dal computer che si era stancato di stare acceso solo per essere fissato, arriva la parte più difficile: capire se ciò che ha riempito decine di pagine ha un senso. Ovviamente non lo avrà mai. Niente sarà mai come era nella nostra mente prima di iniziare, niente ci darà le stesse emozioni. Cancelliamo e riscriviamo per poi riprendere tutto da capo.

I pezzi del puzzle sono al loro posto, ma qua e là ci sono piccoli dettagli che stonano. È come avere tra le mani una pietra preziosa. Sappiamo che ha un valore e che potrà brillare un giorno, nella nostra mente lo fa già, ma quando la guardiamo non è che è una pietra colorata grezza. Non luccica, non riflette nessuno colore particolare, nessuna sfumatura, non ci emoziona come dovrebbe. Assomiglia a ciò che noi immaginiamo ma allo stesso tempo è lontana anni luce da quella sua forma perfetta.

Scriviamo e riscriviamo, lavoriamo quella pietra grezza finché assume un colore e una certa lucentezza. È bella, splende, eppure quando la guardiamo da vicino ha ancora dei piccoli bordi irregolari. Rifacciamo tutto da capo, ma un angolino rimane sempre un gradino sotto la perfezione che noi vorremmo vedere. Leggiamo, scriviamo e riscriviamo eppure qualcosa, anche solo una breve frase, non ci convincerà mai. Possiamo sempre migliorare, padroneggiare lessico e regole, cambiare stile, ma qualcosa sarà sempre lontano da quella perfezione alla quale vorremmo arrivare. Nessuno probabilmente l’ha mai raggiunta perché non esiste davvero, eppure ogni volta vorremmo avvicinarti il più possibile e non ci fermiamo perché siamo consapevoli che potremmo fare di meglio.

La lucentezza di quella pietra preziosa diventa un’ossessione, finché non la lasciamo perdere perché non sappiamo più dove sbattere la testa. E in quel momento la storia arriva alla parola fine per davvero. E forse nemmeno allora saremo pronti a darla in pasto al mondo perché ci chiediamo cosa ci sia sfuggito. Ne siamo sicuri, qualcosa manca eppure non sappiamo se sia solo una nostra sensazione o la realtà. E quando troviamo il coraggio di offrirla al mondo arriviamo a un altro punto del cammino dal quale non si torna indietro: i nostri personaggi non sono più solo nostri, ma di chissà quante persone. Iniziano ad esserci molte versioni della loro vita, di loro stessi e noi non abbiamo più il comando assoluto. Vivono tra le pagine, ballano tra le righe e faranno ridere, piangere o arrabbiare anche altri al di fuori di noi. Non ci appartengono più, rimaniamo il loro creatore ma loro sono ormai liberi di vivere dentro la mente di chiunque. Non è più solo un nostro privilegio.

Chiudo il file e sorrido, per questa volta forse non è possibile far brillare di più questa pietra. Non è più grezza come all’inizio e un giorno splenderà ancora di più, ne sono certa. Per oggi però, la parola fine è stata scritta. La do in pasto al mondo, libero i personaggi e lascio che siano loro a parlare di ciò che hanno vissuto a lungo nella mia mente.

Liv

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Sulla storia

Il racconto/riflessione “Il mondo di un creatore” è ispirato ai vari momenti in cui mi fermo a fissare lo schermo senza trovare le parole per iniziare un racconto o un nuovo capitolo. Succede troppo spesso ahimè e questa volta ho voluto usarlo come ispirazione per qualcosa. A voi i commenti.

Disclaimer & copyright

Il contenuto pubblicato sopra è protetto dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d’autore, legge n. 633/1941, qualsiasi riproduzione anche parziale senza autorizzazione è vietata. Questa breve storia è un’opera di fantasia, personaggi e situazioni sono inventate e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.

18 Comments

  1. Ciao. Sono Silvia di Silvia tra le righe. Che storia originale. Intanto voglio dirti che scrivi benissimo. Mi sono davvero ritrovata in questo racconto, perché mi trovo in questa situazione ogni volta che creo una storia o un racconto. Mi hai tenuto incollata alla pagina fino alla parola fine. Complimenti. A presto. Silvia.

  2. AngelTany

    Complimenti, Liv! Leggerti è stato come sentire una bellissima melodia. Hai descritto la figura del creatore in modo davvero interessante. Creare dal nulla qualcosa richiede forza, riflessione e anche sacrifici. Senza la buona volontà e anche un pizzico di fortuna, non credo si riesca a ottenere i risultati sperati. Davvero brava. Il tuo racconto è stato molto istruttivo.

  3. Sebbene, in confronto a tutte voi, mi ritenga solamente una “scribacchina dei povery” -ah, l’autostima, questa sconosciuta ahah-, come le altre che hanno già commentato il tuo racconto, mi accodo nel dire che mi sono ritrovata in ogni parola che hai scritto, soprattutto nella prima parte -sai bene che non porto mai a termine alcuna long, purtroppo! Sarà la mia croce fino alla fine, sì 🙁 – <3

    Non ho, quindi, molto da dire perché hai già usato tutte le parole possibili, regalando non solo emozioni ma anche verità <3 Pure la questione "perfezione" hai toccato… Se rifletto sulle volte in cui l'ho pensato e ripensato… Mi sento quasi osservata, sai? Hai forse piazzato delle cimici in casa mia? Ahahahah In ogni caso, chiudo affermando che, per me, è proprio questa la storia migliore che hai realizzato fino ad ora <3 Brava 😉 <3

    1. Liv

      Ciao. Grazie per le belle parole. Credo non servano le cimici, probabilmente tutti ci sentiamo così quando cerchiamo di trovare la tanto desiderata ispirazione.
      Per le long prima o poi una la finirai, nel peggior dei casi lo farai perché io insisterò per leggere tutta la storia di qualche tuo personaggio.
      🙂

  4. Ciao Liv!
    Per prima cosa: complimenti! Hai descritto esattamente quello che accade durante il processo creativo e ti giuro, mi ci sono rivista dall’inizio alla fine! Hai saputo cogliere tutti i momenti più intensi della scrittura e soprattutto le sue fasi altalenanti, comprese quelle in cui ti senti di poter iscrivere un mare di parole e finisci per non scriverne nemmeno una perché non riesci ad accendere la miccia!
    Sai coinvolgere in maniera impeccabile, tanto che si è trascinati fino alla fine del racconto senza nemmeno rendersene conto 🙂 Bravissima! Ovviamente, il tutto è ben scritto e funziona a meraviglia. L’unica cosa che ti segnalo sono tre refusi, anche se di pochissimo conto:
    -“buttarmi nel l’oscurità” c’è uno spazio di troppo;
    – “non riflette nessuno colore” è nessun;
    – “vorremmo avvicinarti” credo vada avvicinarci.

    È tutto! Bravissima ancora!
    Alla prossima

    1. Liv

      Ciao. Grazie per i complimenti. Vedo che è un racconto che ha colpito tutti e sono davvero contenta di questo.
      Grazie mille per avermi segnalato i refusi, vado a correggere appena riesco.
      Grazie ancora.
      A presto 🙂

  5. Anne Louise

    Ciao Liv, ho letto questa piccola perla con una foga e un batticuore non indifferente! Hai descritto alla perfezione il patema di un vero scrittore intuitivo, colui che lotta con le parole, vede e parla con i propri personaggi, odia la pagina bianca ma sa che è il reale punto di partenza. Hai rappresentato, con uno stile coinvolgente e curato, tante anime creative ed è bello sapere che molte di noi vi sono ritrovate a pieno titolo! Davvero brava brava brava, riesci sempre a trasmettere tante emozioni in relative poche righe, costringendo il lettori a perdersi, ritrovarsi, riflettere. Ancora complimenti davvero e alla prossima!

  6. Stephi

    Liv, credo sinceramente che un racconto del genere avrebbe potuto scriverlo solo una persona come te, dalla sensibilità così delicata e dall’animo così attento alle piccole cose che, nella vita come nella scrittura, fanno la differenza. Hai rappresentato in questa storia le emozioni (travagliate) che vive ognuno di noi quando si trova alle prese con una storia da scrivere, e l’hai fatto con una raffinatezza e una precisione quasi chirurgica, che lascia il segno in chi legge. Mi sono immedesimata in ogni riga, in ogni aspetto di questo viaggio che porta noi creatori dalla pagina bianca alla parola fine, rivedendo me stessa prendermi cura di personaggi e parole come fossero figli, fino alla quasi gelosia che ci assale quando “li diamo in pasto al mondo”. Sei stata veramente bravissima, devo farti i miei più sinceri complimenti! Stephi

    1. Liv

      Ciao. Grazie per il tuo commento, sono delle parole bellissime e molto preziose per me. Sapere che ho fatto centro mi porta a continuare a scrivere ancora una volta.
      Grazie mille.

  7. Silvia Maria Bragalini

    Ciao Liv! Che bello leggere un racconto-riflessione dedicato a tutti coloro che amano scrivere. Mi è piaciuta la parte in cui affermi che chi sta creando un racconto o un romanzo sta già vivendo nel mondo che immagina, perché io mi sento proprio così. Bello il confronto con i personaggi che hanno vita propria… quasi pirandelliano, direi.
    Verissima, infine, la parte finale sulla “consegna” agli altri della storia, che non sarà più soltanto nostra.

    Ho apprezzato moltissimo anche la forma di questa storia, che è davvero ben scritta, tra parallelismi, anafore, metafore. Insomma, una persona con la passione della scrittura cerca di essere curata anche quando fa riflessioni sulla scrittura stessa! Complimenti, la tua storia mi è piaciuta molto 🙂

    1. Liv

      Ciao. grazie davvero per il commento. Sono contenta che sia piaciuta la storia e che in qualche modo tu sia d’accordo con le mie idee strampalate sui personaggi che vivono sempre di vita propria.
      Alla prossima.

  8. Debora Paolini

    Ciao Liv. Mi pare fin troppo scontato dirti che ho rivisto buona parte di me stessa nelle tue parole. Senz’altro è così per chiunque scriva. Il punto è che hai saputo descrivere il processo creativo in maniera così dettagliata ed emozionante, che anche se non avessi mai messo una parola nero su bianco in vita mia, saprei esattamente cosa si prova, quello che accade. Forse sarò ripetitiva, ma tu hai la grandissima capacità di scavare a fondo e portare in superficie la natura più intima delle cose, poi di mostrarla e condividerla con chiarezza e potenza evocativa impressionanti. Ogni volta che leggo qualcosa di tuo, il mondo intorno a me scompare per far posto al tuo. Mi viene da pesare ogni parola, ogni sillaba, ogni similitudine, avverto la necessità di riflettere su ogni scelta che fai. Tu rapisci il lettore senza aver bisogno di fare le capriole, al punto che non è nemmeno facile notare se qualcosa non va.
    In effetti, la sola cosa di cui mi sono accorta è l’eccesso di possessivi (loro). Non m’importa neanche granché, in effetti, perché sta di fatto che ogni frase è musica. Bravissima!

    1. Liv

      Ciao. Ti ringrazio per il commento. Sono sincera, quando ho letto le tue parole mi sono emozionata e non succede spesso, anzi.
      Sapere che ciò che scrivo ti fa riflettere, per me è una grandissima soddisfazione. Mi fa sorridere anche in una brutta giornata e mi dà la spinta per andare avanti e continuare a scrivere nonostante tutto.
      Grazie davvero per le tue parole, le rileggerò ogni volta che sarò giù di morale così mi faranno sorridere e credere in me ancora.
      Liv

  9. Le tue parole sono proprio vere e sono sicure rappresentano tutte le autrici o coloro che si cimentano a scrivere e amano la scrittura. Trovo molto bello che hai voluto approfondire questo aspetto della scrittura attraverso questo tema libera, originale e simpatico come raccontino.
    Ho notato piccole sviste come doppie mancate dovute sicuramente a errori di battitura e qualche virgola di troppo (ma questo a mio parere) ma brava.

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