“Vox” Christina Dalcher |Recensione

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Trama

copertina vox

“Vox” Christina Dalcher: Puoi dire non più di 100 parole al giorno, ma solo se sei una donna.
Jean McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere.
Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto.

Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro. Ma è l’unica che ora ha la possibilità di ribellarsi.
Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne. Ogni giorno pronunciamo in media 16.000 parole.
Parole che usiamo per lavorare, per chiacchierare con gli amici, per esprimere la nostra opinione.
Ma, se non facciamo sentire la nostra voce, ci rimarrà solo il silenzio…

Commento

Ho letto questo libro incuriosita dalla trama. Come molti credo, mi sono chiesta: come è possibile dire solo 100 parole al giorno? Insomma, anche se parlo durante il sonno probabilmente ne dico metà. Spinta da questa mia domanda, ho iniziato a leggere.

Il mondo che ci viene presentato è il presente, negli Stati Uniti dove un nuovo presidente con un partito particolare alle spalle, vuole ritornare a ciò che era la purezza del genere umano di una volta. In poche parole: niente omosessuali, niente trasgressioni, le donne devono stare a casa, gli uomini a scuola, al lavoro. Sembra un po’ l’ottocento con la differenza che parliamo di un mondo contemporaneo.

Le donne hanno un braccialetto, impostato sulla frequenza della loro voce che conta le parole che dicono. Quando superano il limite manda una scossa e più si supera, più la scossa è forte. Solo l’immagine di questo mi fa venire i brividi. Perché non solo le donne adulte o le adolescenti indossano questo moderno gadget, ma anche le bambine.

Questo libro l’ho odiato, per ciò che esprime. È un libro scritto bene, scorrevole, tratta temi molto importanti e devo dire che non lo fa in modo superficiale, tuttavia non riuscivo a leggere più di un capitolo alla volta perché mi toccava in prima persona. Non riuscivo a digerire troppe pagine alla volta perché per quanto fosse finzione, era molto verosimile.

Ci sono posti e persone oggi che la pensano esattamente in quel modo: le donne non valgono nulla, devono solo stare a casa, accudire i figli, il marito, devono imparare a cucinare, pulire, cucire e basta. Sembra qualcosa di estremo, ma se guardiamo in faccia la realtà, ci sono quelli che vogliono quel mondo. Proprio per questo non riuscivo a leggere tutto velocemente perché mi arrabbiavo, perché mi chiedevo come fosse possibile che qualcuno volesse quel mondo, perché mi fermavo a riflettere su ciò che trasmetteva.

Un libro che mostra un realtà diversa dalla nostra, che tuttavia non si discosta molto dal nostro mondo. Pensieri che sembrano estremisti ma che in fondo sono più comuni di quelli che vogliamo credere.

Lo consiglio a chi ha il coraggio di affrontare questi temi.

Voto 9/10.

Liv

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